Ieri ho visto il futuro

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Conoscere il passato aiuta a capire il futuro, dicono. Conosco la Spunciabike da prima che nascesse. C’erano due gruppi informi di biker “della domenica” prima che al (adesso) presidente venisse l’idea di unirli. “più gente in chat, più facile trovare amici per girare”. E invece alla fine ha creato una A.S.D. con un centinaio di tessere e forse il doppio di biker che gli gravitano intorno.

Se fosse solo un gruppo numeroso, non ci sarebbe niente da dire; al giorno d’oggi i mezzi di comunicazione ti aiutano, è facile fare numero. Non è facile fare gruppo, invece. E anche qui abbiamo già detto più volte. Quindi cosa manca? la maturità? no, quella c’è già. C’è nella misura in cui il gruppo non è fine a se stesso, e serve solo per girare e bere birre. Se il gruppo accantona diverse domeniche, infrasettimanali e uscite per costruire trail, quindi se il gruppo non gira col fine di far girare meglio altri, allora dal mio punto di vista è un gruppo maturo. Il quarto trail sul Fasce che avremmo dovuto inaugurare ieri è la prova lampante del mio ragionamento. Ieri però ho visto un altro passo avanti: ho visto in forma conclamata e pubblica la SAGGEZZA: la saggezza di rinviare a malincuore un raduno sulla base di una previsione metereologica nefasta, per preservare l’incolumità dei partecipanti, ma soprattutto la saggezza di usare il numero, il gruppo e la maturità per costruire qualcosa di duraturo: lo SpunciaVillage, inaugurato proprio ieri.

La visione del futuro che ho avuto ieri, riassunta nella foto qui sotto, è quella di un passato di degrado e abbandono, l’area dove sorge il Village, e della sua ricostruzione, ancora tutta in divenire, di continuità di intenti tra passato e presente – il campo da tennis che diventa pista da MTB – di rinforzo dei rapporti tra il gruppo e il tessuto sociale e locale che lo circonda e di cui fa parte.

Inoltre costruire qualcosa di duraturo significa anche – forse soprattutto – investire nei giovani e nei giovanissimi. Ieri ho visto una sessantina di bambini, venuti da ogni parte di Genova accompagnati dai genitori, con le bici sgangherate e coi cestini della Barbie sul manubrio, darci dentro sul percorso a più non posso, seguiti e sostenuti da valenti maestri e volenterosi aiutanti. Piccoli e piccolissimi, chi alle prime armi chi già più esperto, hanno affrontato col sorriso il percorso allestito con terra, legno, birilli e bancali.

Abbiamo seminato in questi piccoli pedalatori un po’ della passione per questo sport che finora avevamo dimostrato solo a noi stessi, girando e furgonando, e agli altri biker, costruendo percorsi. Lo abbiamo fatto recuperando un’area in disuso, in accordo con i locali e portando gente da tutta la città. Io in tutto questo ci vedo un percorso, una forza che sa incanalarsi, una direzione precisa e concreta.

Io in tutto questo ci vedo un futuro di soddisfazioni, per noi e per chi vorrà seguirci nelle nostre iniziative 🙂

village

 

One Response

  1. Sed
    |

    Bravo Tambu, sono al 100% d’accordo con te!
    😉