comunque si’, qualcuno lo deve pur fare.
ho occasione di parlare di trailbuilding,
capita spesso di sentirmi domandare o di vedere la classica espressione del “Ma
chi ve lo fa fare? Con tutti gli sbattimenti che abbiamo tra vita privata e
sociale, e’ gia’ tanto riuscire a strappare quelle poche ore a settimana da
dedicare alla nostra attività preferita, manca solo di andare a zappare i boschi!!!!”
vero, abbiamo poco tempo, ma se proprio vogliamo parlarne, c’e’ una prima
risposta tanto spontanea quanto scontata: “Se vuoi la minestra, qualcuno la
deve sempre preparare”. Non tutti hanno la fortuna di abitare in aree dove altri pensano a ripulire e mantenere i trail.
A certi bikers inoltre piace contribuire alla diffusione della propria passione. Potrei fermarmi
tranquillamente qui, poiché per me è ovvio che se vogliamo continuare a percorrere
single-track, dobbiamo, almeno ogni tanto, sacrificare qualche ora di bici sull’altare
della zappa.
c’e’ di più: è divertente!!!! Intanto c’e’ quel qualcosa di misticamente chimico all’interno del bosco,
qualcosa che colpisce e crea dipendenza e accomuna tutti i frequentatori a
prescindere dalla relativa attività, sia questa la nostra beneamata mountain-bike,
piuttosto che il trai building, ma anche il trekking, l’andare a funghi o a
caccia. Quella sensazione di benessere, di abbraccio materno e ritorno alle
origini, un misto di spirituale e adrenalinico che la natura dispensa con
generosità. Già questo per molti, compreso il sottoscritto, è un buon motivo
per puntare la sveglia, fedeli al motto “Less Sleep More Bike”, e partire,
anche in solitaria.
Poi c’è la soddisfazione del risultato, “laddove c’erano felci ora c’e’ single track” (cit. Stefano), e la goduria di percorrere le linee progettate, zappate e modulate.
ce lo fa fare? Venite a trovarci al lavoro, vediamo se vi sembra il caso di
domandarcelo….
VAMOSSSSSSS
CAVROOOOOON!!!!!! (cit. Giò)